ATTRAZIONI

CENTRO STORICO

Il Centro Storico di Trentinara si estende su di un’area di circa 12 ettari ed è il risultato dell’evoluzione e delle sedimentazioni culturali che dal IX sec. d.C. in poi si sono susseguite nel paese. L’abitato originariamente presentava due porte di accesso: porta Soprana nella parte più alta verso est e porta Sottana nella parte bassa in direzione nord est. Il dedalo intricato di strade e vicoli, che ancora oggi si osserva, rispecchia la struttura urbana medievale. Una parte del centro storico conserva l’aspetto antico fatto di strade lastricate di vetusti vasoli ai lati dei quali si ergono silenziose case in pietra adornate da monumentali portali di eccezionale fattura risalenti al XVIII e XIX secolo, segno evidente di una presenza sul territorio di esperti maestri scalpellini. La pietra utilizzata è quella locale ed è stata adoperata per la costruzione delle strutture abitative. La conformazione morfologica del territorio di Trentinara può essere divisa in tre “gradini” di osservazione panoramica. Il paese è il primo gradino: da qui si sovrasta Capaccio e la Piana del Sele fino al golfo di Salerno. Il secondo “gradino” sono le nevere, il terzo il monte Vesole.

TERRAZZE PANORAMICHE

Trentinara è celebre per le sue terrazze panoramiche, dislocate in vari punti del centro storico, dalle quali è possibile ammirare un panorama mozzafiato che spazia a 360° dalla piana di Paestum, alle costiere amalfitana e cilentana, all’isola di Capri. Dalle terrazze è possibile ammirare suggestivi tramonti in tutti i periodi dell’anno.

PRETA ‘NCATENATA E RUPE CANTENNA

Uno degli angoli più suggestivi di Trentinara è la “Preta ‘ncatenata”: due enormi macigni, naturalmente incastrati tra di loro, che si affacciano a precipizio su Giungano che costituiscono una alcova naturale. La leggenda che risale al periodo in cui a Trentinara, come in quasi tutti i paesi del territorio, imperversavano le imprese dei briganti, vuole che qui finì la contrastata storia d’amore fra Isabella, figlia di un marchese, e il giovane brigante Saul. L’amore tra i due esplode nottetempo nell’alcova della “Preta Ncatenata” e si consolida negli incontri reiterati fino a quando la delazione servile degli invidiosi non arma la mano del marchese, padre/padrone, fermamente deciso a stroncare la tresca con un plotone di soldati piombati all’improvviso sui giovani amanti che, per non cadere nelle mani dei soldati e finire vittime della vendetta del marchese adirato, si baciano con spudorata ingenuità per l’ultima volta, si incatenano in un abbraccio indissolubile e, insieme si lanciano dalla rupe nel vuoto pur di non rinunciare al loro amore, in un ultimo tragico abbraccio.

VIA DELL’AMORE

Romantica stradina che collega la piazza principale alla terrazza panoramica che si affaccia sulla “preta ‘ncatenata”. Durante la passeggiata è possibile ammirare le belle maioliche di Sergio Vecchio che illustrano i versi delle poesie d’amore più famose.

CHIESA DI SAN NICOLA

La Chiesa di San Nicola, di origine normanna (sec. Xl), è ubicata nel centro storico di Trentinara. E’ costituita da un’unica navata che termina con un presbiterio rialzato rispetto alla navata; sulla parete absidale sono ricavate delle nicchie per la custodia delle statue e delle icone che testimoniano l’influenza bizantina nella cultura del borgo trentinarese. La decadenza deIla chiesa va fatta risalire al sec. XVII, quando il vescovo di Capaccio, Bonito (1677-1684), perseguitò i monaci basiliani, ne osteggiò il culto giungendo a bruciare nella piazza di Cuccaro libri sacri e testimonianze storiche. Secondo una tradizione popolare, non convalidata da documenti storici, ma quasi sicuramente attendibile, la statua di San Nicola fu rubata nottetempo dai fedeli di Monte Cicerale che la trasportarono nella propria chiesa, dove è ancora venerata. Probabilmente più che di furto si trattò di un pietoso trasferimento voluto e facilitato dagli stessi abitanti di Trentinara per mettere il Santo a riparo in territorio dominato dal rito greco-ortodosso”.Oggi è sede di una galleria/laboratorio d’arte.

CHIESA DELLA SANTISSIMA ASSUNTA

La Chiesa Santissima Assunta a cui è intitolata la parrocchia, è situata nella piazza principale e risale al XVIII secolo. La chiesa dal punto di vista artistico ha un valore inferiore rispetto alle altre. Interessante è la mole del campanile, la cui gigantesca campana fu fusa agli inizi del ‘900 nell’abside della chiesa di San Nicola, dove sono ancora visibili le tracce dello stampo. Anticamente era la chiesa del cimitero che si trova tuttora interrato al di sotto dell’attuale municipio, come testimoniano le tante ossa rinvenute durante i lavori di rifacimento della piazza. E’ attualmente chiusa per restauro.

 

CHIESA DELLA MADONNA DEL ROSARIO

La Chiesa della Madonna del Rosario è di proprietà della congrega. La sua costruzione è di epoca remota e fu ammodernata nel 1747 ed in essa furono poste delle tele tra cui una pala da altare della scuola di Francesco Solimena. Purtroppo questa e le altre sono state trafugate ma i recenti restauri hanno permesso la ricostruzione abbastanza fedele dei dipinti ad opera di Salvatore Renzi. A navata unica, con cappelle nello spessore perimetrale, conclusa con un’abside rettangolare dove l’arcona trionfale segna il passaggio alla zona absidale, sormontata da una cupola impostata su pennacchi, mentre l’intera aula ha una copertura piana con tavolato semplicemente accostato e dipinto, con motivi floreali. La Congrega è testimone ancora oggi dello spirito di solidarietà in una comunità contadina e se ne rinnova la memoria in occasione di processioni e funerali, in cui i fratelli indossano i caratteristici camici e mozzetti ricamati. In occasione della Festa della Candelora la consegna delle candele benedette ai capifamiglia rinnova e santifica il legame con la tradizione.

SANTUARIO DELLA MADONNA DI LORETO

Il Santuario della Madonna di Loreto testimonia l’influenza dei monaci basiliani ricordando nella sua stessa struttura, quella del campanile, la tipica architettura dei loro “cenobi”. I monaci erano legati al culto della Vergine Oidighitria e della Madonna Nera. I monaci basiliani (cioè dell’ordine di S. Basilio), o più correttamente come italo-greci. Fuggirono dai Balcani, dalla Siria e dall’Asia Minore all’epoca della guerra gotico-bizantina (VI sec.), e soprattutto in seguito alle persecuzioni iconoclaste (VIII sec.). I basiliani permisero con sapiente laboriosità il miglioramento delle condizioni di vita in tutto il Cilento, durante il periodo di decadenza medievale. I pastori e le piccole comunità dei boschi si riunirono attorno ai piccoli conventi che fondarono. Sorsero così i primi nuclei di molti paesi del Cilento. Le belle pitture del soffitto vengono attribuite a Fratel Angelo, ultimo eremita e custode del santuario, che alloggiava nella misera stanza di fianco al portone d’ingresso. Diffusa è la leggenda di apparizioni mariane nei pressi del santuario. La leggenda che vuole la Madonna ostinatamente legata a quel sito tanto da apparire a più riprese a due pastorelli sul tronco di un leccio, su cui sarebbe inamovibilmente assisa, è simile a molte altre leggende, a cui è legata la storia dei santuari mariani del Cilento, fondati e spiritualmente governati dai monaci basiliani. Il Pozzo della Madonna, a pochi metri dal Santuario, esalta la sacralità dell’acqua come valore totemico in una civiltà contadina.

MONUMENTO AI CADUTI

Il Monumento ai Caduti è ubicato nella Piazza dei Martiri e degli Eroi, la piazza principale del paese. Il monumento è un complesso costituito da un basamento in pietra, nei 4 lati del basamento sono poste 4 lapidi in bronzo su cui sono scritti i nomi dei caduti di Trentinara per la Patria. Sul prospetto principale è esposta la targa commemorativa “Trentinara ai suoi figli dovunque comunque caduti per la grandezza d’Italia”. Il basamento è sormontato da una statua in bronzo che rappresenta un guerriero nudo, coperto solo da un perizoma, che innalza in cielo il gladio (la spada). Il monumento è stato inaugurato il 17 luglio del 1929, opera di Pietro Feccarelli.

CILENTO IN VOLO 

Cilento in volo è la zipline che permette di volare sospesi in aria a 120 Km/h, lungo un cavo di acciaio di 1500 m tra la terrazza panoramica di Trentinara a 580 m s.l.m. e il Monte Sottano a 400 m s.l.m. Il percorso ha la durata di un minuto e mezzo. Il volo è accessibile anche ai disabili, che verranno condotti al punto di lancio tramite un ascensore in vetro, appositamente installato. Sarà possibile volare anche di notte e in coppia. Nel punto di arrivo ci sarà una navetta che riaccompagnerà l’utente al punto di partenza. L’esperienza può essere vissuta di giorno e di notte, un’emozione unica nel suo genere, immersi nella natura incontaminata, ammirando tramonti e panorami a 360°.

RESTI DELL’ACQUEDOTTO ROMANO

In contrada Foria è possibile individuare i resti dell’acquedotto romano che forniva l’acqua all’antica città di Paestum.

SITO DELL’ETÀ DEL BRONZO

Uno scavo effettuato nel 1977 a poca distanza dal centro abitato di Trentinara ha permesso di  identificare il primo insediamento dell’età media del bronzo (2000 a.C.)  nell’area dell’antica città di Paestum. I resti più importanti di questa antica occupazione di Trentinara sono le sezioni delle mura perimetrali che circondano il sito.

PERCORSI DI TREKKING

Nel comune di Trentinara è possibile percorrere circa 40 km di sentieri sulle montagne circostanti:  è possibile percorrere l’alta via del monte Soprano, l’alta via del Monte Vesole, la gola di Tremonti, il versante est del monte Vesole, il monte Sottano il sentiero del pane. Per effettuare tali i percorsi, è preferibile rivolgersi ad esperte guide locali.

MULINI E IL SENTIERO DEL PANE

Partendo dalla strada provinciale n. 13, all’altezza del bar Cavallino, si passa vicini alla fontana Vetuso, si segue il sentiero fino al Mulino della Serra, si oltrepassano le arcate in pietra che sostengono l’antica condotta dell’acqua e ci si incammina in un terreno ricco di rocce affioranti, ginepri, carpini, ginestre e altre varietà tipiche della macchia mediterranea. Si continua poi fino alle sorgenti Ospedale e Nome di Dio, di fronte alle quali si trova una grande aia nella quale avveniva la trebbiatura (pisatura) del grano. Il cammino prosegue fino alla Fontana che assecca, dalla quale poi è facile raggiungere il centro abitato di Trentinara, attraversando una panoramica strada in contrada Perato. Qui si visita il caratteristico centro storico, all’interno del quale si conclude il ciclo del pane con la cottura dello stesso nei forni a legna (Per maggiori informazioni cliccare qui).

LA GOLA DI TREMONTI E LA CASCATA DEL SOLOFRONE

La gola di Tremonti tra Giungano e Trentinara, delimitata dai tre monti Sottano, Soprano e Cantenna, su cui sorge Trentinara, è scavata dal fiume Solofrone. La gola è caratterizzata da alte pareti rocciose ricoperte di macchia mediterranea e boschi di leccio. E’ possibile percorrerla attraversando l’antico sentiero che collegava Giungano a Trentinara. Durante il percorso è possibile ammirare la cascata del fiume Solofrone che, all’apice della gola, compie un salto di oltre 20 m. E’ consigliabile visitarla alla fine dell’inverno o all’inizio della primavera quando il corso d’acqua ha una portata maggiore.

RIFUGIO E AREE ATTREZZATE DEL MONTE VESOLE

Il monte Vesole (1210 m s.l.m.), situato tra Trentinara e Roccadaspide, è ricco di flora (abeti, faggi) e di fauna (lupi, cinghiali, ricci) e ha un sottobosco sviluppatissimo (funghi, fragole, tartufi). Sulle pendici del monte Vesole è possibile percorrere diversi sentieri di trekking. I pianori del monte Vesole sono attrezzati con tavoli da pic niq e giochi per bambini. A 810 m s.l.m. è possibile trovare il rifugio aperto per l’accoglienza del turista. A 900 m s.l.m. c’è il “Parco delle due Nevere. Le due “nevere” del monte Vesole (in italiano, neviere) costituiscono un’interessante testimonianza di archeologia industriale. Già in uso nel Rinascimento, tali costruzioni erano presenti in tutte le zone montane d’Italia e consistevano in strutture interrate o seminterrate, profonde diversi metri, con svariate fogge e architetture che venivano utilizzate come “ghiacciaie”, cioè, per produrre e conservare il ghiaccio che si formava ammassando al loro interno la neve che cadeva copiosamente sulle montagne nel periodo invernale. All’interno della “nevera”, venivano alternati strati di neve pressata a strati di foglie e terra che, fungendo da isolanti termici, permettevano di mantenere bassa la temperatura e di limitare lo scioglimento del ghiaccio nei mesi caldi. Il ghiaccio era così disponibile per tutto l’anno, sia per scopi terapeutici (per curare febbri, ascessi, per fermare le emorragie, ecc.) che per la produzione di sorbetti e granite nella stagione estiva. Le “nevere” andarono in disuso nella prima metà del ‘900, quando si diffusero le macchine per la refrigerazione alimentate dalla corrente elettrica che resero molto più semplice il reperimento del ghiaccio. Le due “nevere” del monte Vesole, dalla tipica struttura cilindrica e con rivestimento in pietra a secco risalgono probabilmente al 1800 e sono state oggetto di un intervento di recupero e consolidamento nel 2013. Altre “nevere” di cui non c’è più traccia, erano certamente presenti sul territorio di Trentinara. In paese si ricorda ancora il trasporto a dorso d’asino dei blocchi di ghiaccio dal monte Vesole per la produzione di granite e sorbetti nel mese di agosto, in occasione della festa della Madonna di Loreto.

GIACIMENTO FOSSILIFERO DEL MONTE VESOLE

Sul Monte Vesole esiste uno dei giacimenti fossiliferi più importanti della Campania.

Nel Museo Paleontologico di Magliano Vetere è possibile vedere il fossile di gamberetto, il Palemon Vesolensis proveniente dal Monte Vesole che risale a 75 milioni di anni fa e le rocce sulle quali sono impressi i segni lasciati dai gamberetti, testimonianza di morie di massa perché questi esseri non riuscivano a sopravvivere.

 

 

 

 

 

Fonti:

 

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